La gabbia

 

Come un improvviso attacco di claustrofobia mi prende; mi attanaglia, mi fa mancare l'aria.

Questa netta sensazione di chiuso, di costrizione, è sempre esistita, fin dalla mia nascita, ma solo ora me ne accorgo, solo ora gli do il giusto peso... solo ora...

Come una pianta cui è negata l’acqua per la giusta sopravvivenza. L’aria. Voglio l’aria. Soffoco. Non resisto oltre qui dentro. Mi sento morire. Devo uscire. Fuggire.

 

... Forse questo è il preludio alla maturità?

 

Vorrei gridare con tutto il fiato che mi rimane, vorrei dibattermi, vorrei ...

Già, vorrei, ma non posso.

Sono costretto qui dentro come se la mia prigionia sia una tradizione radicata cui dover sottostare.

Ma io vorrei rompere le catene, spezzare l’incantesimo.

Già, vorrei, ma non posso.

Sarebbe bello poter assaporare la fresca brezza dell'alba, il profumo di salsedine rubato in riva al mare; sarebbe bello ...

 

... Cognizioni d'impotenza ...

 

Inizio a dibattermi; sbatto con forza contro queste pareti di cui non capisco il colore, ma ne sento la forza che mi costringe, mi opprime.

Sento il materiale vischioso che hanno usato per le pareti di questa gabbia, che mai come ora mi pare stretta ed insufficiente a contenermi.

Mai come ora si mostra cedevole davanti alla mia voglia di libertà.

Libertà: nobile istinto che induce i giusti e giustifica gli stolti; l'unica spiegazione che posso regalare ai posteri per meglio disegnare il mio gesto.

Libertà.

Solo il poter respirare, correre, scappare, cose semplici ma importanti se ti sono negate.

 

... Libertà, libertà, libertà, solo la libertà...

 

Premo. Schiaccio. Spingo.

Con  tutta la forza rabbiosa che mi ritrovo; sempre più forte, fino che non sento qualcosa che si incrina, cede e che non riesce a tenermi.

L’aria inizia a mancarmi, soffoco, devo riuscirci ora o mai più. Lunghi istanti di speranza inframmezzati da immani sforzi. Terrore dammi la forza necessaria, fai che i miei sforzi portino ad una soluzione, fai che la mia vita non sia rassegnata in questa gabbia. Il felice esito dei miei sforzi dipende solo da me. La mia chimera: la Libertà si può avvicinare se insisto.

Sento strani movimenti della gabbia, urla, agitazione.

 

... Percezioni di terrore mi giungono da fuori...

 

Ora, devo raccogliere tutte le mie energie, tutte quante, concentrarle in una sola, unica, definitiva azione. Devo riuscirci, non posso permettere a questa gabbia di tenermi ancora dentro di sé. Mi devo concentrare, provocando nella spinta un'azione di supporto mentale costante, non devo desistere mai! Ancora il terrore accompagna il mio lento soffocare.

 

... Libertà, libertà, solo ed unico credo ...

 

Cede, lo sento, sta cedendo; agitandosi, imprecando, maledicendo il suo compito la mia gabbia sta mollando la presa.

Si sta aprendo. Vedo un sottile raggio di luce che filtra, sento, o credo di sentire il sapore dell'aria, della libertà. Con forza ed energia rinnovata allargo lo spiraglio da dove entra il raggio luminoso.

Non riesco a passare. E’ troppo stretto.

Maledizione. Devo farcela. Un altro sforzo. Forse l’ultimo. Se ci riesco è la vita, se no è la morte.

La paura, la claustrofobia, aumentano la mia forza. Lentamente, ma inesorabilmente, lo squarcio si allarga.

 

... Come un fiume in piena, incontenibile...

 

Gioia sfrenata che ora mi prende, si mischia alla rabbia, alle urla al sangue... Lo spiraglio cede sotto la mia spinta inesorabile. Rumori sordi. Liquidi. Esco.

- Si

- Aria

- Si

- Libertà

Ora riesco a respirare pienamente, assaporo l'aria, finalmente la mia essenza è libera, sono uscito dalla gabbia. Sono stremato, sfinito ma felice.

E' stata una lunga battaglia, forse brutale. Ma alla fine ho vinto.

 

... Addio gabbia, addio!

 

Mi lascio alle spalle, tra rivoli di sangue ed urla dimenticate nei gorgoglii della morte, il corpo di un uomo, che fino a pochi istanti fa mi aveva contenuto al suo interno, forse come tanti suoi simili, ma io non resistevo più là dentro, volevo solo fuggire.

L'uomo non può vivere senz'anima, ma l'anima può vivere eternamente senza di lui...

... Allora perché sopportarlo?

 

(Claudio Salomoni)

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