L’amore di Gesù

(due piccole storie)

 

Leggiamo storie che altri hanno vissuto o viviamo storie che ci toccano da vicino o perché protagonisti o perché spettatori.Belle, per chi esalta il cuore, quelle che nascono da un sentimento, da un bisogno d’amore. Belle quelle che svelano i sogni segreti dell’uomo, le sue profonde esigenze. Recentemente ho letto una di queste storie e poco tempo dopo ho vissuto da vicino una storia della stessa natura e ispirazione.

La storia che ho letto di recente riguarda un uomo anziano, da tempo malato, che viveva solo e veniva visitato ogni tanto dalla figlia che viveva lontano. Un giorno un prete andò a visitare il malato. Stava a letto e aveva accanto una sedia vuota. Al prete, che voleva sapere a cosa serviva quella sedia, spiegò che gli serviva per pregare. Immaginava, quando più si sentiva la stretta del male, che su quella sedia sedeva Gesù e gli parlava. Riceveva risposte e incoraggiamenti e non si sentiva solo.

Dopo un certo tempo da quella sua visita la figlia del malato telefonò al prete per comunicargli che suo padre era morto. L’aveva trovato nella sua camera in ordine, senza vita e col capo poggiato sulla sedia che gli era accanto.

Viene alla mente, leggendo questo racconto, l’insegnamento di Gesù e il suo invito a farci come fanciulli, per entrare nel regno dei cieli…

Pochi giorni fa mi ha telefonato il mio amico Fausto D’Ammando. Vive all’altro capo della città. Ci parliamo giornalmente per telefono, rare volte vado a fargli visita. E’ un “giovane” ultraottuagenario, professore di lettere in pensione, grande studioso di Dante. Ha una biblioteca ricca di libri antichi di notevole importanza storica, come una copia numerata della Divina Commedia donata da Papa Paolo VI ai membri del Concilio Vaticano II o una copia numerata che lo stesso Pontefice donò ai membri dell’O.N.U. durante la sua visita a quell’organismo internazionale.

Poco tempo fa Fausto mi ha telefonato con voce stanca per raccontarmi l’avventura che gli era capitata in mattinata. Da poco si era alzato dal letto: cosa insolita. Erano le 16 e lui di pomeriggio non va a letto. Studia invece, studia Dante. Si alza anche di notte per studiare Dante. Sta per terminare uno dei suoi libri che dovrebbe restituire al poeta la sua vera statura “ecumenica”, secondo la qualifica attribuitagli da PaoloVI, inviando una delegazione di padri conciliari sulla tomba di Dante a Firenze.

In mattinata Fausto si reca a San Pietro per fare dieci versamenti in conto corrente all’ufficio postale. Dopo la prima fila per fare cinque versamenti, limite massimo individuale per utente, sentendosi stanco decide di uscire a prendere una boccata d’aria. Fuori, però, si sente mancare e chiede l’aiuto a un signore che gli passa vicino. Quel signore gentilmente lo accompagna, sostenendolo per un braccio, all’interno dell’ufficio postale e scompare.

Fausto deve rifare la fila e chiede ai presenti di lasciarlo passare, ma invano: nessuno gli dà ascolto. Alla fine, esausto, decide di tornare a casa e di mettersi a letto.

In questi ultimi tempi Fausto appare molto affaticato: è provato infatti da molte artrosi e dal diabete, pur essendo lucidissimo e appassionato lettore e studioso.

A Fausto ho confidato commosso, ricordando anche il racconto precedente, che secondo me quel signore sconosciuto che lo aveva aiutato nel momento in cui si era sentito male e poi scomparso, era Gesù, lo stesso Gesù che aveva assistito e tenuto in braccio quel solitario malato che pregava tenendo accanto una sedia vuota.

 

(Armando Romano)

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