Il regalo
Sono le tre del pomeriggio di un giorno pieno di nuvole verdi. Pollo è fermo, sotto la fermata del bus, e sta aspettando il bus che lo porterà dove deve andare. Palla si ferma di fianco al suo sguardo perplesso e non dice nulla, ha solo uno sguardo un po’ cinico e sembra disturbata da tutti gli esseri umani che stanno facendo la loro passeggiatina pomeridiana nel punto dell’universo in cui si trova lei.
<<Ciao, io mi chiamo Pollo>> dice Pollo, che poi si mette le mani in tasca e si guarda un po’ attorno, perché è un timido, questo ragazzo!
<<Che cosa vuoi…? Non lo vedi che sono distratta!?>> gli risponde la ragazza che effettivamente se ne stava per conto suo, un po’ distratta.
Ma Pollo adesso non può, e non deve stare zitto. Ormai si è presentato e non può lasciarle pensare che è uno stupido, quindi, si aggiusta la cravatta, la guarda negli occhi con il volto più serio che ha, e le dice: <<Prendiamo sempre lo stesso autobus, ragazza… e io mi sono accorto che tu non hai mai sorriso>>.
<<Certo, io non ho mai sorriso>>.
<<Nemmeno quando ti hanno fatto un regalo?>>.
<<Non mi hanno mai fatto un regalo>>.
-Silenzio-
Passano alcuni minuti:
<<Ohh, che bella giornata oggi… vero, numero due?>>. I minuti stanno andando al mare, hanno tutti un costumetto rosso e il numero quattro si trascina dietro una tavola da surf.
Pollo appoggia la sua possente mano destra sulla gracile spalla di Palla.
<Mia cara nuova amica, io ti regalerò qualcosa!>>.
Uaoh… Questa sembra proprio una prova d’amore per il nostro giovane amico.
Ma attenzione, ecco che arriva la sera e le nuvole verdi diventano stelle gialle, o bianche… o blu che ogni tanto diventano bianche. Il giovane innamorato si trova nella sua stanzetta da solo, ha un cuscino stretto tra le braccia e Palla nel cervello, solo che lui non lo sa che quella ragazza si chiama Palla.
<<Eh già… non lo so>> dice lui.
Ed ecco finalmente l’alba:
<<Buongiorno a tutti i lettori, è con immenso piacere che vi presento una nuova giornata!>>.
Sveglia, Pollo! Devi andare a comprare il regalo…
<<Eccomi! Eccomi!>>
Pollo scende le scale ed esce dalla stalla, sale in sella al suo cavallo bianco e sfreccia lungo la prateria, fino ad arrivare al negozio di giochi più vicino (ma dove diavolo vive questo…?).
<<Vorrei quel peluche arancione, con la pancia bianca, sì… quello lì in fondo a destra… sì… proprio quello lì…>>.
Ottima scelta direi, anche a me piace molto quel pupazzo.
Siamo di nuovo alla fermata del bus e Palla è di nuovo qui che aspetta… il bus.
Ed ecco il nostro paladino con un bouquet di rose in mano ed un sorriso sgargiante tra le labbra.
<<Salve, dolce e tenera… REGINA DEL MIO CUORE!>>.
Che…?
<<Che…?>> dice anche lei, imitandomi.
<<Sono venuto qui, quest’oggi, per portare a te il regalo!>>.
<<Stai parlando come un aborigeno…>>.
<<E’ colpa dell’autore, che non ha saputo farmi esprimere meglio di così…>>
Eh!?
Gli faccio capire che deve muoversi a cacciare quello stupido regalo, io sono l’autore, mi devo far rispettare!
<<Tieni, Palla!>>. (Se non glielo dicevo io, il nome…).
Palla per un attimo sembra esitare, poi però ci ripensa e scarta il regalo con un emozione indescrivibile, o almeno, io non ve la so descrivere.
Il regalo viene scartato.
-Silenzio-
Pollo freme, vuole un sorriso da lei, e lo vuole subito. Palla lo guarda, poi abbassa lo sguardo verso il marciapiede.
<<Non mi piace…>>.
Il regalo non le piace….
Pollo ci rimane, ovviamente.
-Silenzio-
Ah! Ah! Ah! Sto scherzando. Palla è allergica ai peluche. Muore.
Pollo si pietrifica.
-Silenzio-
Sto scherzando, di nuovo. Palla apprezza molto il regalo e sorride.
Però, Pollo viene preso da un attacco di panico, e muore.
Ecco fatto, mi sono vendicato.
Bah… ma a chi voglio prendere in giro, non muore proprio nessuno qui. Il regalo a Palla piace, e sorride. Pollo è contento. Tutti sono contenti, e la storia finisce così, davvero.
(Luigi Di Tuccio)