Viaggio allucinante

 

Venti minuti.

Si è fatto aspettare come una donna a un appuntamento, ma finalmente eccolo lì, che si ferma con uno sbuffo del sistema idraulico. Ovviamente è pieno zeppo.

Aspetto impaziente quelli che scendono dalla porta d'entrata, sbrigatevi vi prego! E guardo ansioso l'orologio: 18 e 20, il treno mi parte tra un quarto d'ora, forse ce la faccio.

Salgo e la porta del bus si chiude spingendomi a ridosso di una scollatura da sballo; che dire, poteva andare peggio... potevo beccare uno di quei tizi con l'alito all'aroma di topo morto, oppure un bel giubbotto intriso di cipolla fritta. Alzo lo sguardo dalle due colline rigonfie e regalo alla proprietaria dell'appezzamento uno sguardo finto imbarazzato.

Lei sorride, piegando la testa di lato, come a confermare: "Poteva andare peggio".

Ricambio il sorriso e mi scappa un sospiro d'assenso.

Il quadrante segna le 18 e 25, mancano tre fermate, dài che ce la faccio.

Alla penultima fermata un tizio mi incalza da dietro spaccandomi un rene con una valigetta rigida, ma ancora le fabbricano?; così finisco inevitabilmente abbracciato alla mia dirimpettaia.

Stavolta è lei a sospirare, però! sono pure belle toste...

18 e 31, scendo di corsa borbottandole un "arrivederci", tanto vi ribecco prima o poi...

Batto il mio primato personale sui quattrocento a ostacoli piombando davanti ai treni alle 18 e 34. Il mio binario è vuoto, ma che è già partito?

Mi rendo conto all'improvviso che c'è un numero incredibile di teste alzate sui tabelloni degli orari, sembra di essere al Circo Massimo durante la finale dei mondiali. Imito gli altri disgraziati e lo vedo, tutto rosso: quaranta minuti di ritardo!

Cazzo, a saperlo facevo un altro giro sulle montagne russe...

"Ciao, si conosce la causa del ritardo?"

La biondina, fuori corso alla Sapienza, scuote la testa: "Guarda, è un disastro, hanno iniziato a scrivere i soliti cinque minuti e poi hanno raddoppiato man mano... vedi? Sta cambiando ancora..."

"E mai che ti dicessero qualcosa, a saperlo andavo a prendere l'autobus" aggiunge un tizio che lavora al ministero, ma che ci fa ancora a Roma a quest'ora?

Adesso il jackpot segna 19 e 05, forza vediamo se riescono a battere il record della settimana scorsa...

Gli altoparlanti della stazione Termini sparano a ripetizione annunci di ritardi su diverse linee, ma nessuna informazione sulle cause.

"Si sarà buttato qualcuno sotto un treno" azzarda un tizio in gessato blu.

"E te pare che bloccaveno tutte le linee!" gli fa eco un ragazzo col cavallo dei jeans che gli arriva fino alle ginocchia, ma come caspita fanno a non inciampare? E con le scarpe slacciate poi...

"Si saranno fregato il rame lungo la linea" dice un signore con la faccia da ferroviere.

Un altro suo collega, che oltre alla faccia c'ha pure la giacca con lo stemma, sta parlando al cellulare annuendo in continuazione. Lo guardiamo in attesa, colmi di speranza, manco fosse il Papa.

Finalmente attacca e ci rivolge il suo Verbo: "C'è stato un calo di tensione alla stazione Prenestina, dicono che massimo mezz'ora riprende il servizio."

L'altro ferroviere senza giacca, annuisce soddisfatto: "Visto? Hanno tagliato i cavi..."

"Ma che li tagliano tutti i giorni 'sti cavi?"

Il ragazzo dai jeans calati si 'veste' in un modo assurdo ma ha il dono dell'arguzia, devo ammetterlo.

19 e 40, il display degli orari segna la stessa ora... e questa è una presa per il culo bella e buona!

Parecchia gente scuote la testa rassegnata e inizia a sciamare verso le scale mobili che portano alla metropolitana.

"Vado a prendere l'autobus a Ponte Mammolo, tu che fai?", mi chiede la biondina.

"No grazie, l'autobus proprio no, solo l'idea di farmi tutto il viaggio arrampicato sul portabagagli mi fa sentire male..."

"Occhei, buona fortuna allora"

"Buona fortuna anche a te..."

Sulla banchina una voce si alza, rimbombando sopra a quella degli altoparlanti, sopra alla cacofonia dei treni che fischiano e frenano e sbuffano:

"FIGLIDIUNATTTTT..."

"FERROVIERI FIGLIDIPPPPPPP... BBBBBBBB... DOVETE MMMMMM TUTTI... FIGLIDIMMMMMMMM!"

Si tratta di un signore che viaggia tutti i giorni sul mio stesso treno, un tipo strano; avanza ingobbito, le dita delle mani piegate come artigli, lo sguardo allucinato.

Non lo posso biasimare, anche se lui quel ritornello lo canta tutti i giorni, pure nelle rare occasioni in cui tutto fila liscio e il treno arriva quasi puntuale.

Durante il viaggio lo vedo spesso andare avanti e indietro per le carrozze, senza mai sedersi, come un pastore errante nell'Asia che ripete il suo canto, il suo verso: "FIGLIDIUNAZZZZZZZ!."

Quelli che non lo conoscono lo osservano incuriositi: alcuni se la ridono, altri storcono la bocca per il disgusto, altri ancora si uniscono al canto; i ferrovieri lo ignorano come se non esistesse.

Il miracolo si concretizza alle 20 meno 05, partenza!

Alle 20 e 15 siamo di nuovo fermi, ancora a Roma, stazione Tor Sapienza.

"FATE SCHIFOSIETE UNA MASSA DI BBBBBBBBFIGLIDIUNAZZZZZZZ!"

Un altoparlante annuncia che il locomotore si è rotto.

Il cantante solista aumenta il volume dei suoi strali, mentre il coro si arricchisce di nuovi elementi.

Il capotreno ci passa davanti scuro in volto, raccogliendo tutte le missive verbali con misurata disperazione: "Mi dispiace, il guasto sembra serio" dice a una signora con un bambino addormentato in braccio.

Si aprono le porte, i fumatori si precipitano sulla banchina, una miriade di fuochi fatui lampeggia nella semioscurità, accompagnando la danza di un neon in agonia.

20 e 30; la voce sintetica annuncia la presenza di pullman sostitutivi all'uscita della stazione.

Il capotreno fischia e parla al cellulare invitando i passeggeri a scendere.

"Non è possibile!"... "Ma come ci arrivo io a Pescara?"... "Scusi quando lo riparano?"... "Ciao, senti siamo bloccati, non lo so ti faccio sapere"...  "Ma passa per l'autostrada o per la Tiburtina?"... "Mi richiami? ho finito il credito"... "SIETE TUTTI PEZZIDIMMMMM!"...

Aveva ragione la biondina... meglio l'autobus...

Dopo che tre pullman se ne sono andati riesco a raggiungere la porta del quarto, le 20 e 45, pazzesco...

"Mi spiace ma il cane non può salire sul bus...", l'autista sembra inamovibile, minchia ci mancava solo questa...

La ragazza lo guarda come se fosse uno scherzo, incredula: "Ma come? Mica posso lasciarlo a Roma, io devo andare in Abruzzo... lo tengo in braccio, non si preoccupi non morde..."

Guardo il cane, è così piccolo che un gatto al confronto farebbe la figura di un dinosauro.

"Non se ne parla proprio, la nostra azienda non permette il trasporto di animali..."

Una specie di marcantonio si fa largo in mezzo alla folla e si piazza davanti all'inamovibile:

"Senti bello de casa, questa è una corsa che sostituisce il treno e sul treno l'animali se possono portare, quindi mò movi le chiappe e ce fai salì sennò so’ cazzi tua..."

L'inamovibile cambia subito espressione e cerca assurdamente un appoggio morale tra la folla inferocita, poi accenna un sorriso: "Forza signorina per stavolta facciamo un'eccezione..." le dice facendole l'occhiolino dolce.

Lei sale senza nemmeno guardarlo e si piazza in coda.

Amen!

20 e 55, l'autista annuncia che il pulmann arriverà fino alla stazione di Tivoli Terme, dove un treno è pronto per trasportare la gente diretta a Pescara.

Alle 21 e 10 siamo a destinazione, ma il pullman rimane bloccato a un incrocio per una macchina in seconda fila, a cinquanta metri dal piazzale della stazione.

"Ci fa scendere?"... "Apre la porta?"... Perchè siamo fermi?"...

Nessuna risposta...

Mi accorgo che in lontananza sta arrivando un autobus del Cotral: "Scusi può aprire dietro, così scendo e prendo il bus per Tivoli?"

L'inamovibile non batte ciglio, l'energumeno dorme, e russa...

Vedo il bus passarmi davanti e ripenso alle parole della biondina: "buona fortuna..."

Quando il genio proprietario della macchina in doppia fila si decide a spostarla, sono le 21 e 15, scendiamo e scopriamo una nuova chicca: il treno sostitutivo è partito da un pezzo...

Cazzo, ma che ci vuole a contare fino a quattro? Non ho parole...

Resto un attimo a guardare la collera fatta carne che si precipita a scuoiare i ferrovieri presenti in stazione, ignari del disastro che hanno combinato.

Me ne vado alla fermata dei bus, senza nemmeno la forza di sussurrare un vaffanculo, in silenzio solidale per quei poveri cristi che dovevano andare a Pescara...

21 e 40, casa, dolce, casa... tre ore per trenta chilometri, altro che Ai confini della realtà

Più tardi, quando mi annullo sul materasso, è mezzanotte passata; allungo una mano sulla radio sveglia e la spengo, grazie al cielo domani è sabato...

Fatico un po' ad addormentarmi, la mente immersa nelle immagini sfocate del viaggio allucinante che ancora aleggiano minacciose.

Alle immagini si aggiungono le note delle canzoni del mio lettore mp3, compagno fedele che mi tiene compagnia per tutto il viaggio di andata e ritorno, ogni santo giorno, santo, decisamente.

Avete presente, immagino... la mente si rilassa, i pensieri diventano confusi e state per entrare nel limbo in cui per poche ore siete come morti… ma c’è una luce, una voce, un motivo che vi continua a ronzare nella testa...

Sogno di essere l’unica…"FIGLIDIPPPPPPP!... Ascoltami… PEZZIDIMMMMM!..." Siamo nella stessa lacrima… "BBBBBBBB!..." "zzzzz..."

 

(Luigi Brasili)

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