Il giorno 17 novembre 2009 si è tenuto presso la libreria e centro culturale Bibli di Roma
l'atto di presentazione del libro
"Facebook - Il sogno"
di Fanny Cetroni
Presente all'incontro l'autrice del libro, la signora Fanny Cetroni con i moderatori il dott. Marco Gisotti, direttore responsabile del mensile "Modus Vivendi", la dott.ssa Monica Palozzi, coordinatrice dell'associazione Pragmata, ed il M.o Marcello Appignani al pianoforte.
Alle ore 18,00 ha avuto inizio l'evento di presentazione.
M. Palozzi:
Buonasera, grazie per essere presenti all’incontro di questa sera, ci siamo già conosciuti tutti, sarebbe quasi inutile presentare l’autrice, comunque lo faccio, la signora Fanny Cetroni di Venezia.
Siamo qui per la presentazione, la prima presentazione, quella ufficiale, del libro “Facebook – Il sogno”, poi ne seguiranno altre.
Io vorrei fare subito qualche domanda alla signora Fanny, anzi, mi permetto di darle del tu in pubblico, siamo, tra l’altro, anche noi amiche attraverso Facebook, quindi ci conosciamo ormai abbastanza bene.
Ecco, questo libro è scritto in prima persona ed al tempo presente e ciò fa sì che il lettore si immedesimi immediatamente nella protagonista e segua la storia con voglia di sapere come va a finire continuamente. Fanny, chi è la protagonista? Ci vuoi dire qualcosa?
F. Cetroni:
Beh, intanto grazie a tutti di essere venuti, sono veramente tanto emozionata. Allora, la protagonista è una giovane donna, una mamma, che sta vivendo una situazione… ho messo una situazione molto attuale, di separazione. È separata da un mese dopo un rapporto di crisi con il marito. Sta riscoprendo se stessa, riprende l’università ed i contatti con gli amici e si iscrive anche a Facebook. In questo social network fa un’amicizia particolare con un personaggio dello spettacolo, con il quale approfondirà sempre di più la conoscenza, sino a d incontrarlo e lentamente anche ad innamorarsene. Poi nasce una storia tra i due, di sentimento, che continua e si sviluppa parallelamente tra i due con lo sfondo di Facebook sempre presente.
M. Palozzi:
Senti Fanny, il libro inizia con una data: il 7 aprile e si conclude il 3 ottobre, sono circa sei mesi. Una sorta di diario narrativo nel quale si sviluppa la vicenda. Qualche dettaglio sulla vicenda? Come nasce l’intreccio?
F. Cetroni:
Sì, come ho già detto prima, nasce da Facebook. Facebook è questo social network dove è molto più facile incontrare delle persone che altrimenti sarebbero irraggiungibili. Io personalmente sono iscritta ed ho proprio toccato con mano, diciamo, che puoi essere fan di diversi personaggi che altrimenti, ripeto, non si avrebbe possibilità di averne il contatto. E l’intreccio, appunto, si sviluppa da questa amicizia, che diviene un sentimento, alla fine. Un sentimento sempre al confine tra sogno e realtà, perché la protagonista s’innamora e ad un certo punto inizia un sogno.
M. Palozzi:
Bene. Quindi un romanzo senz’altro sentimentale, una storia d’amore, ma anche di sentimenti forti, che la protagonista vive nei confronti della vita e delle esperienze che è poi portata ad avere. Quanto di questo può essere riscontrato nella protagonista o quanto può essere dell’autrice, con riferimento alle varie impressioni riportate?
F. Cetroni:
Beh, sicuramente ogni autore, secondo me, mette del proprio, quando scrive, ed io ci ho messo… le idee sono mie, le idee sulla società, sulla famiglia, sui sentimenti in genere. C’è parecchio di mio.
M. Palozzi:
Bene, adesso passeremo a leggere qualche brano estrapolato dal libro, ma prima vorrei presentare il maestro Marcello Appignani che, magari, introduce i brani con un piccolo stacco musicale.
M. Appignani:
Buonasera, due parole soltanto… sono un compositore di musica essenzialmente per teatro e per cinema e questa sera vi farò sentire alcuni pezzettini, tra un intervento e l’altro, che sono racchiusi in questo CD, ciò per coloro cui possa interessare. Grazie.
STACCO MUSICALE DEL MAESTRO APPIGNANI
M. Palozzi:
Grazie. Passerei a leggere il primo brano, estrapolato dal libro, poi lo commentiamo con l’autrice:
[…]Oggi siamo in anticipo sulla tabella di marcia, ultimi giorni di scuola, si va a piedi. Passiamo per la strada che costeggia il fiume: è la più bella. Non sembra di essere in centro città… è un pezzetto di borgo a sé stante: tanto sole che illumina tutto il cammino ed un leggero soffio di scirocco che accarezza i rami dei salici piangenti; sembrano braccia esili che ti salutano lentamente in un movimento sinuoso ed armonico.
Qualche tratto di strada non asfaltato e l’immagine delle case che si rispecchia nell’acqua. E poi il grande castagno, generoso di frutti, non buoni da mangiare, ma buoni da giocare …ora biglie, ora sassi, ora frutti per mamma casetta, ora semplici portafortuna che mia nonna raccoglieva e teneva in borsa.
Secondo me il posto migliore dove crescere un bambino è vicino all’acqua, che sia fiume, lago o mare… Quando sei piccolo ci potresti passare le ore a guardare le onde circolari che si propagano dopo che hai lanciato un sasso. […]
Bene, Fanny, questa impressione sembra essere più dell’autrice che della protagonista del libro.
F. Cetroni:
Sì, infatti: io, essendo veneziana - non serve dirlo - ho un rapporto con l’elemento acqua molto forte ed ha accompagnato tutta la mia vita. È un elemento che fa riflettere moltissimo, ascoltarne i rumori, vederne il colore, ti imprime delle emozioni molto forti, che accompagnano sicuramente un bambino, creando delle fantasie e degli spunti di riflessione, inoltre per me anche il mare è stato un elemento molto importante e quindi l’acqua andava sicuramente citata.
M. Palozzi:
Infatti nel libro il mare è un elemento costante, che poi, praticamente, sostituirà l’ambientazione nella sua seconda metà. Poi ne parliamo…
Leggiamo un altro brano, anche questo molto significativo… Ecco, sempre i bambini, i bambini come testimoni di un ambiente dove c’è acqua, serenità per giocare, fantasia, eccetera. In questo caso i bambini visti come affetti da coccolare con un occhio particolare, con una visione particolare.
Il brano che sto per leggere riguarda un dialogo tra la protagonista ed il divo, che si incontrano e subito l’argomento è quello dei figli:
[…] «Tu hai figli?» gli chiedo.
«No, ma un giorno ne voglio uno, non voglio essere troppo vecchio perché io ci vorrò giocare a pallone con mio figlio…»
Fuma e con lo sguardo che scruta il futuro si ripete «Sì… io ci giocherò a pallone con mio figlio…».
E’ come se un’improvvisa raffica di vento mi avesse appena investita, un tonfo al cuore…
Quante volte, quante volte ho sognato di sentire queste parole uscire dalla bocca di un uomo, il mio… […]
Ecco, Fanny, i bambini…
F. Cetroni:
Sì, io, ripeto, la protagonista è una persona separata e l’ho scelta apposta, non a caso, anche per cercare di capire. Infatti mi sono sempre chiesta cos’è che può portare una coppia che ha figli a separarsi. Mettere in questo stato la mia protagonista è stato un modo anche per entrare nella situazione, immedesimarmi, capire. E sicuramente volevo esprimere un’idea mia che era questa: quando ci si separa, ti devi separare, sì, dalla persona, se non te la senti. Però dai figli non ti devi mai separare e quindi questa riflessione la volevo mettere.
M. Palozzi:
Benissimo. Che poi questo è un tema ricorrente: i bambini che sono poi un impedimento allo svolgersi della vita come forse la si desidererebbe, un impedimento affettivo che poi, tutto sommato, si accetta di buon cuore, perché sono gli affetti veri delle persone.
F. Cetroni:
Beh, sì, da parte di chi è più razionale, con i piedi per terra, diciamo.
STACCO MUSICALE DEL MAESTRO APPIGNANI
M. Palozzi:
Ecco, vorrei leggere un altro passo, abbastanza intenso e di riflessione. La protagonista dice:
“dovetti seguire io tutto l’iter”, sì, perché il libro è scritto in prima persona e al tempo presente ma naturalmente ci sono dei flashback in cui la protagonista riflette sulla propria vita, sul suo passato:
[…]Dovetti seguire io tutto l’iter del prima, durante e dopo: la sua malattia, gli esami, i ricoveri, le notti in ospedale, l’intervento ai polmoni… E lo strazio, il dolore che accompagna quei momenti.
I reparti odorosi di alcool, di etere, ma anche di piaghe, di ferite… stanze impregnate di sofferenza, di lettini con le sbarre, di separé per chi ha da vivere le ultime ore… Ti affezioni al compagno di stanza, a quel resto di uomo che si arrampica pelle ed ossa sulle spondine… vuole dell’acqua ed ancora con solo l’orgoglio di un uomo cerca di fare da solo… ti affezioni ed il giorno dopo… non lo vedi più. […]
Ecco, Fanny: questo momento?
F. Cetroni:
Ecco, la protagonista è una giovane mamma, anche perché ha vissuto in passato delle esperienze che l’hanno maturata. Una di queste esperienze è la perdita di questa persona cara che lei ha seguito personalmente ed è un tema che ho voluto introdurre, quello di questa malattia, del cancro, perché è molto attuale, purtroppo. Io personalmente l’ho toccato con mano: parenti, amici… Come volontaria della Croce Rossa ho avuto modo di frequentare questi ambienti e le persone affette ed ho voluto mettere un appunto, per sensibilizzare un po’le persone sull’argomento.
M. Palozzi:
E poi un altro momento del libro, che poi è quello che invece porta avanti il libro, perché il libro è intitolato “Facebook - Il sogno”: questa meta-dimensione sempre presente, dove scompaiono le inibizioni tra le persone, scompare il divario generazionale, scompare la differenza di classe sociale, tutto. Però su Facebook si creano anche delle amicizie. Alcune di queste presentano delle complicità particolari, come la protagonista che fa amicizia con una ragazza particolare che condivide con lei l’amicizia del divo, coprotagonista del libro, nel libro si chiama Tosca, e questa ragazza è complice nel spronarla a cercare, a continuare ad andare avanti con il suo sogno di raggiungere questa persona irraggiungibile. E nello stesso tempo vi sono delle persone, quelle reali, che hanno più oculatezza e la dissuadono, tra queste vi è un’amica avvocato, Giusy. Vorrei, in proposito, leggere un pezzetto: “tira fuori le prove…” in quanto la protagonista si è incontrata con questo divo: nell’incontro si sono scattati delle fotografie e le amiche vogliono vedere la prova di questo incontro.
[…] Mi prende un po’ in giro: «Guarda che Alex è un uomo con valori d’altri tempi… il suo sangue del Sud non vorrebbe mai una donna già violata da un altro… hai già avuto figli con un altro… mi dispiace… sei tagliata fuori a priori!!!!»
Ci mettiamo a ridere anche se sotto i baffi la battuta pungente ha esordito il suo effetto… in generale è dura sicuramente per una donna che ha figli trovare un altro compagno; gli uomini hanno paura di queste situazioni… […]
F. Cetroni:
Beh, allora la protagonista vive sempre, dall’inizio alla fine, con i piedi per terra e la testa fra le nuvole e, diciamo, queste due presenze fondamentali nelle amicizie, Giusy e Tosca, rappresentano la razionalità ed il sogno. E sono due figure che l’accompagnano per tutta la vicenda.
M. Palozzi:
“Facebook – Il sogno” è al tempo stesso il titolo del romanzo ma anche il messaggio di speranza che l’autrice vuol lanciare al lettore, ossia quello di non smettere mai di sognare.
F. Cetroni:
Sì, di sognare e di credere nei propri sogni, infatti io l’ho messo come dedica ed il libro si chiude anche con questo incitare le persone a non smettere di sognare e a continuare, perché comunque il sogno è fondamentale nella vita delle persone - secondo me - ti fa andare avanti, ma non solo: penso che serva a farti andare avanti, io credo che i sogni veramente si avverino. A me personalmente se ne sono avverati tanti e credo sinceramente che, quando uno ci crede davvero, una strada la trova per realizzarli.
M. Palozzi:
Bene. Quindi “Facebook – Il sogno”, io, la prima volta che l’ho letto, l’ho subito messo in relazione con un altro romanzo, uscito qualche anno fa, nel 1985, il romanzo di Gabriel García Márquez, “L’amore ai tempi del colera”. Anche quel romanzo termina con il coronamento dell’amore a bordo di un battello fluviale. Tuttavia nel romanzo di Fanny Cetroni questo amore che si corona a bordo di una nave è però da intendersi come sogno, infatti il tutto è in una dimensione onirica e fino alla fine non si è ben compreso se sia poi avvenuto questo incontro o se sia rimasto un sogno. Però è un messaggio di speranza che l’autrice vuol dare.
Bene, io, prima di concludere quanto avevo pensato di dire per questa presentazione, vorrei presentare a parlare con l’autrice il dott. Marco Gisotti, giornalista, direttore responsabile del mensile “Modus vivendi” e autore lui stesso in questi giorni di un libro appena uscito, eccolo qui: “Guida ai green jobs”, per le Edizioni Ambiente.
M. Gisotti:
Molto più noioso… Grazie a Monica Palozzi per l’evento che ha organizzato con la sua associazione Pragmata, che da anni conosco e di cui seguo l’attività, e che aiuta gli autori emergenti a proporsi sul mercato editoriale e quello che io definisco il mercato culturale, che è qualcosa di più complesso, perché poi fanno parte della cultura anche gli eventi come questo Un libro ha una vita che va ben oltre il libro - come diceva un noto autore argentino Jorge Luís Borges “non sappiamo mai esattamente cosa ci è dato di scrivere” - e credo che in fondo anche il libro di questa sera appartenga a questa categoria. Io prima, mentre eravamo nell’attesa, sfogliavo giù in fondo nello scaffale dei libri su Facebook ma si tratta di tutti libri tecnici, al massimo politici. Facebook è qualcosa di cui leggiamo sui giornali, vediamo nei telegiornali e diventa quasi astratto rispetto all’uso che ne facciamo tutti. Io vorrei fare un piccolo esperimento: nel senso quanti qui in sala hanno un profilo face book? alzino la mano! Senza timori… chi è che non ce l’ha? Boooo …ormai se non sei su Facebook, non sei nessuno… no, mi permetto, io ho tanti amici e tanti colleghi che su Facebook, per diverse ragioni, non ci sono, e, proprio per questo, io ero curioso anche di conoscere l’autrice sotto questo aspetto… Perché, a volte, dietro a un libro c’è poi un’intensità, c’è un lavoro, c’è una passione che poi portano a produrlo, perché c’è l’arte, vero, però c’è anche la conoscenza del mondo. Facebook fino a qualche anno fa non esisteva. Io navigo su Internet ed anche il navigare poi torna nel libro, sotto forma concreta, non è soltanto una navigazione virtuale e quindi se io… possiamo darci del tu?
F. Cetroni:
Sì.
M. Gisotti:
Grazie. Io sono curioso, da quanti anni sei su Facebook e quanti amici hai? E che tipo di vita accade su Facebook? Perché poi ognuno di noi lo usa in modo diverso, ad esempio io lo uso per lavoro. Monica Palozzi lo usa con Pragmata, in parte per diffondere gli autori, in parte per creare comunità…
M. Palozzi:
No, c’è una pagina Pragmata ed una pagina Monica…
M. Gisotti:
A beh, allora è diverso…
L’autrice Fanny, che è un personaggio diverso dalla protagonista del libro, che abbiamo conosciuto, chi di noi ha avuto la fortuna di leggere il libro prima, e spero che tutti voi poi conoscerete…ma la Fanny navigatrice di Internet chi è?
F. Cetroni:
Beh, parliamo allora di Facebook: io sono iscritta da circa un anno ed ho cento otto amici. Abbastanza! E mi sono iscritta per gioco, e poi ho scritto addirittura un libro con Facebook per sfondo! Perché a me personalmente è servito: io ho ritrovato persone che non vedevo da un po’, un mio amico che è qui oggi, non so altrimenti quando l’avrei rivisto, ecco. Poi ho conosciuto amici nuovi, che sono lo stesso qua. Amici che si sono spostati da Venezia, per dire, quindi Facebook è interessante. Ma, ripeto, come per tutte le cose, devi usare la testa, perché devi stare attento, non devi magari dare, secondo il mio punto di vista, l’amicizia così a tutti, cioè puoi darla, ma poi magari non ci metti le tue informazioni personali, però è un mezzo molto potente per tenerti in contatto con le persone, scambiarti punti di vista, riflettere… Si riflette su Facebook, non si fanno i quiz stupidi e basta, ce ne sono tantissimi. Si fanno anche quelli, quando magari hai voglia di una serata un po’ più leggera, di ridere un po’, di sdrammatizzare una giornata, allora magari fai anche i quiz stupidi, però si riflette molto, ci si dà una mano e ci si dà un consiglio, e ci si sostiene anche nei momenti difficili e si condividono anche i momenti di gioia.
M. Gisotti:
E tu hai mai - parlo anche fuori dal microfono, tanto mi sentite - hai mai provato a chattare, utilizzando il computer su altri social network? Perché ormai quasi non si chatta più fuori da Facebook… Però è stata la prima esperienza o prima esiste un mondo prima di Facebook?
F. Cetroni:
No, per me è stata la prima esperienza, ce ne sono tante altre… di chat ce ne sono tantissime. Però io impiego il mio tempo su questa. E quindi non ho avuto forse modo di conoscere le altre, però questa mi piace abbastanza, mi ci sono ritrovata…
M. Gisotti:
Com’è maturata l’idea di romanzare, di trasformare, di ingrandire e di sognare attraverso il libro? Tu prima già scrivevi? Hai fatto cose…
F. Cetroni:
Sì, io il mio primo libro l’ho scritto a venti anni, ed è ancora lì nel cassetto. Non avevo mai trovato lo spunto, o forse, non so, il momento giusto per provare a pubblicarlo e poi, niente, questo è nato un po’ per gioco… io l’idea di creare una storia tra un personaggio dello spettacolo ed una persona normale l’ho avuta da sempre. Da sempre, perché è un po’ richiamare la fiaba di cenerentola, è un po’ Pretty woman: è una bella idea. È una cosa che fa sognare molto L’ho sempre avuta! Poi da quando mi sono iscritta, appunto a face book, ho visto che era molto facile diventare fan di parecchi personaggi dello spettacolo e, a volte, con qualcuno mi è capitato di scrivergli e di avere delle risposte. Questa estate, appunto, raccontavo queste scoperte a degli amici di ombrellone e mi hanno detto: “tu che sei brava a scrivere, perché non ne fai una storia…” io ho detto: “perché no?” E così ho messo da parte la “Settimana enigmistica” e le riviste e ho iniziato a scrivere…
M. Gisotti:
Beh, mi dispiace per la “Settimana enigmistica”, che è un grande giornale e devo dire che… una parte della mia estate l’ho passata sulla “Settimana enigmistica”!!! …no, come no? Lo dico come battuta, ma è una gran verità…
M. Palozzi:
Io volevo dire… posso dire una cosa?
Vorrei che fosse Fanny a raccontare un episodio che a me è piaciuto molto. Beh, qualcuno la conosce già, chi non la conosce, come persona, Fanny è una sognatrice, essenzialmente, e comunque crede che nulla avvenga per caso: il destino è una sorta di karma, ove tutto è già stabilito… ciò che dovremo fare, eccetera. E mi ha detto che anche il libro ha avuto diversi momenti in cui le cose non avvenivano per caso, addirittura da piccole sottigliezze, come, ecco, lei aveva scelto il nome della protagonista, Alice, e questo nome… ecco, poi racconta tu l’evento… è una storia molto carina…
F. Cetroni:
Beh, sì, ci sono stati molti passaggi, ci sarebbe molto da dire… io scrivevo delle cose e poi subito dopo queste cose si concretizzavano veramente. Una di queste, ad esempio, è la scelta del nome della protagonista, Alice. Io inizialmente ho detto Alice, perché l’Alice del Pese delle Meraviglie rappresenta il sogno per eccellenza. Così ho detto inizialmente, diamo questo nome provvisorio. Un giorno ero in spiaggia e stavo venendo via, quando mi sono messa a scrivere seduta sui gradini della spiaggia ed in quel momento mi sono detta: “accidenti, questa protagonista… mi dovrò decidere a darle un nome che sia quello giusto…” e, mentre scrivevo e pensavo, mi è venuta vicino una bambina: avrà avuto tre o quattro anni. Una bambina che è particolare, che si ricorda: era molto rossa di capelli, occhi verdi. Una bella bambina. E mentre scrivevo, si accuccia vicino a me, mi guarda dritto negli occhi, con uno sguardo serio, anche, e comincia a fissarmi. Io la guardo, scrivo, ogni tanto alzavo gli occhi e la guardavo e lei non distoglieva lo sguardo da me: aveva proprio gli occhi fissi, come se volesse darmi un messaggio. Ad un certo punto mi ha messo anche un po’ in imbarazzo, perché questa bambina non chiedeva niente, guardava e basta. Alla quarta volta che alzo la testa, le dico “ciao” e allora a quel punto lei, soddisfatta, si alza e va giù nella sabbia a giocare sugli scivoli. La cosa mi ha colpito talmente tanto, che mi sono detta: “adesso vado a chiedere alla mamma il nome di questa bambina e, qualsiasi sia il suo nome, glielo metterò”. Mentre stavo per chiederlo alla mamma, la nonna che le era a fianco dice “Alice, vieni che andiamo!” e quindi è stato molto forte come messaggio e per questo dico che nulla viene per caso. Quello era il nome della protagonista e doveva rimanere quello.
M. Palozzi:
E questo, secondo te, potrebbe diventare un testo per trarne fuori un film? Una fiction?
F. Cetroni:
Mi piacerebbe, certo. Però, forse più un film, piuttosto che una fiction, quelle sono più lunghe.
M. Palozzi:
Sì, sono vari episodi.
F. Cetroni:
Però un film, se lo facessero, mi piacerebbe… certo sarebbe bello, mi farebbe sognare parecchio!
STACCO MUSICALE DEL MAESTRO APPIGNANI
M. Gisotti:
Per fare una battuta, dicevo… informaci, però quando scriverai “Superenalotto la realtà”, perché se i poteri di divinazione funzionano allo stesso modo, siamo tutti interessati a partecipare alla scrittura…
Ma a parte questa bieca battuta, ti è venuta voglia di scrivere, ci sarà non dico un Facebook 2… ci sarà un seguito…? Di solito, quando si scrive, poi ti prende un po’ la voglia e si comincia…
F. Cetroni:
Beh, il due... Può darsi… Ci ho pensato, sinceramente! Però mi serve la scintilla, perché, come nelle reazioni, serve la scintilla per farle partire: mi serve uno spunto, un’idea, un qualcosa che poi mi faccia prendere in mano la penna e scriverlo di getto, come ho fatto con il primo, però, probabilmente, ci sarà!
M. Gisotti:
Noi ci impegniamo a togliere le “Settimane enigmistiche”, così avrai più tempo per scrivere…
Senti, io prima vedevo il tuo bambino che gattonava…
F. Cetroni:
Sì ha pulito tantissimo…
M. Gisotti:
E’ un bene, si dice che si formano gli anticorpi… Senti, scrivere con un bambino che ti ruota attorno, ti dà più fantasia? …volevo sapere, scrivi di notte, di giorno… come si scrive un romanzo come questo?
F. Cetroni:
Beh, io questo l’ho scritto al mare sotto l’ombrellone, più che altro il settanta per cento è stato scritto al mare.
M. Gisotti:
Al computer o a mano?
F. Cetroni:
No, a mano. Io scrivo sempre prima a mano e poi lo riporto sul computer. Perché a mano è più bello. E poi, quando hai l’idea, dovresti avere il computer lì, in ogni momento, ed io le idee le ho sempre e, cioè, se io ho un pezzo di carta in borsa e mi viene l’idea, la scrivo e poi a casa metto a posto. E non è molto difficile, per me i bambini non sono un problema, cioè se sto scrivendo, non li sento, riesco ad isolarmi, anche se sono là che fanno disastro, quello che devo scrivere lo scrivo, è un modo per rilassarmi, anzi, sinceramente.
M. Gisotti:
Ma è capitato un ripensamento sul libro, qualcosa che hai perduto e che poi magari non hai più recuperato? C’è un capitolo perduto?
F. Cetroni:
No, un capitolo no, però dei pezzi, che avrei voluto inserire quando ormai era già stampato, sì. Magari li metterò nel secondo, chissà…
M. Gisotti:
Io sono curioso, l’aspetto.
M. Palozzi:
E poi una cosa… Io ho sentito dirmi da Fanny nei giorni scorsi, parlando anche attraverso Facebook, proprio… e cioè, che lei ha avuto dei segnali continui di piccole coincidenze, che poi si verificavano, e nello scrivere il libro e nell’organizzare anche questo viaggio a Roma per la presentazione… tutta la sua vita è scandita da presentimenti, che poi si realizzano: una sorta di sesto senso. Bello però!!
F. Cetroni:
Il novanta percento delle volte si realizzano, ma a volte sbaglio anche io, sono umana…
M. Palozzi:
Io penso che sia una sorta di sesto senso che poi gli scrittori hanno, spesso quello che pensano si realizza o quello che scrivono poi si realizza.
F. Cetroni:
Stavo riflettendo proprio oggi che, forse, queste capacità, queste intuizioni, magari vengono a delle persone in particolare, perché magari riescono a trasmetterle agli altri. Ho avuto questo pensiero proprio oggi, venendo qua a Roma.
M. Palozzi:
Ed un’altra curiosità, Fanny, mentre tu lo scrivevi, questo libro, sicuramente lo avrai confidato alle tue amiche, ai tuoi amici, ai figli, a tuo marito, eccetera. Hai trovato un’accoglienza calda, lo leggevano volentieri, o no? Perché non è facile.
F. Cetroni:
Sì, sì, lo leggevano molto volentieri. Le amiche che lo hanno letto, che hanno saputo qualcosa prima di essere qua oggi erano molto felici, molto entusiaste.
M. Palozzi:
E ti hanno incoraggiata?
F. Cetroni:
Sì, sì.
M. Palozzi:
Bene, questo è importante!! E tu ora pensi di ripresentarlo, sicuramente a Venezia…
F. Cetroni:
Beh, sì a Venezia… devo giocare in casa, anche. Essere qua per me è stato bellissimo, perché presentarlo a Roma è un sogno, insomma, poi io amo Roma e i romani, quindi…
M. Palozzi:
Da romana, ti ringrazio…
F. Cetroni:
E quindi poi giocherò in casa, ci saranno tutti i miei amici, le persone che vivono il quotidiano con me… insomma ,quindi devo farlo anche lì…
M. Palozzi:
Bene.. questo libro, a parte la dedica iniziale - è dedicato a tutti coloro che sognano- lo vuoi dedicare a qualcuno in particolare, ai tuoi figli forse?
F. Cetroni:
Ma sì, ai miei figli, forse… a tutte quelle persone, lo dedico, che sono oggi qui con me, perché gli amici che ho già, gli amici nuovi che ho conosciuto oggi, alle persone che lo stanno vivendo in questo momento assieme a me, lo vorrei dedicare a tutti loro.
M. Palozzi:
Bene, grazie, Fanny.
M. Gisotti:
Io non so se, poi, nel pubblico qualcuno ha delle curiosità… delle domande, si chiede sempre, poi bisogna sempre un po’ rompere il ghiaccio… tu dicevi le tue amiche, vedevo che annuivano prima, dicevano: “sì, sì, l’abbiamo letto!!!”, “oh mamma mia, l’abbiamo letto…” (intonazioni diverse), no, scherzo, per carità...!!
F. Cetroni:
Ma, una… in particolare ha detto anche così, credo…
M. Gisotti:
No, no, non facciamo nomi… però qualcuno ti ha dato qualche spunto, qualche idea a cui tu… a volte succedono delle contaminazioni… dice: “perché non ci hai messo…?” ed uno dice: “però, caspita!!...”
F. Cetroni:
Sì, più che idee, ho avuto delle persone che mi hanno dato la mano ad andare avanti: Un’amica che ho incontrato su Facebook in un momento in cui ero un po’ in crisi e ho detto: “non ho spunti per andare avanti” e lei mi ha detto: “vai avanti perché lo spunto lo avrai…” e poi il giorno dopo è arrivato lo spunto, e quindi… è stata molto importante questa cosa…
M Gisotti:
I tuoi amici su Facebook lo sanno che lo hai fatto, che lo hai scritto, oppure sarà una sorpresa che deve arrivare?
F. Cetroni:
No, no, ormai lo sanno: abbiamo messo la copertina che, tra l’altro, una mia amica illustratrice…, Angela, e quindi abbiamo messo la bellissima rosa che mi ha disegnato lei!!
M. Gisotti:
Angela l’hai conosciuta su Facebook?
F. Cetroni:
No, con lei ci conosciamo, perché abbiamo le bambine in classe insieme…
M. Gisotti:
Tu lo sai che tutti gli amici di Facebook si aspettano di trovarsi sul libro…?
F. Cetroni:
Eh, lo so. Infatti me l’ha chiesto più di una persona… mi hanno detto: “l’anno prossimo mettimi…”
M. Gisotti:
Quindi hai un impegno. Hai cento...? quanti erano gli amici di Facebook?
F. Cetroni:
Cento otto… Però, anche dall’esterno mi stanno chiedendo…
M. Palozzi:
Beh, uno dei personaggi, che qui appare con il nome di Tosca, è ispirato ad un’amica reale di Facebook…
F. Cetroni:
Sì, è ispirata ad un’amica reale…sì, che mi ha dato una mano, appunto, a spronarmi, ad andare avanti a scrivere, ma ce n’è più di una qua dalle quali ho tratto spunto per creare i personaggi.
M. Palozzi:
Benissimo.
M. Gisotti:
Prima giocavamo, si diceva che sarebbe bello un giorno farci un film. Il tuo cast ideale? Come li vedi i tuoi personaggi, se dovessero un giorno diventare…? Non mi dire Scamarcio, perché è troppo facile…
F. Cetroni:
No, no…non so. Io vorrei fare la protagonista, visto che giusto da ieri ho iniziato a frequentare un corso di teatro… imparo a recitare… sto scherzando… Però sarebbe bello, sarebbe un sogno che si concretizza in tutto: sul libro, sul set.
M. Gisotti:
Però potrebbe diventare una pièce teatrale, magari, che è più facile…
F. Cetroni:
Sì, anche… mah… sarebbe un po’ lunga… bisognerebbe tagliare dei pezzi.
M. Palozzi:
Bisognerebbe sceneggiarlo, che non è facile, perché è fatto a sorta di diario, per cui si svolge nel tempo e bisognerebbe un po’ stravolgerlo…
F. Cetroni:
Eh, sì, bisognerebbe tagliare parecchio, mettere delle scene essenziali… forse come film sarebbe più facile…
M. Gisotti:
Io prima dicevo… un seguito… un seguito ma un altro romanzo, semmai, perché poi uno si affeziona ai personaggi… Qual è il personaggio a cui ti sei più affezionata e che ti piacerebbe un giorno rincontrarlo nei tuoi libri?
F. Cetroni:
Tra tutti quelli che ho scritto? Forse tutti… non so…
M. Gisotti:
Dovendone salvare uno?
M. Palozzi:
Beh, come la vita reale, la vita reale continua con tutte le persone…
F. Cetroni:
Beh, comunque Tosca e Giusy sono sicuramente due pilastri del libro… quindi le vorrei rincontrare a pari merito…sicuramente…
M. Gisotti:
Ci sono domande?
F. Cetroni:
Per fortuna no….
M. Gisotti:
Se le stanno preparando per la presentazione di Venezia…
F. Cetroni:
Mi vogliono bene… Gli ho fatto la predica prima….ho detto non fate domande, non infierite ulteriormente
M. Palozzi:
Fanny, si potrebbe pure tentare un giorno di proporlo altrove, anche in altro Paese. Perché è una storia universale, la tua…ormai la cosiddetta globalizzazione è effettiva, dappertutto. I bambini, tutti i nostri bambini, i bambini cinesi, i bambini turchi, i bambini sudamericani guardano gli stessi cartoni animati, le marche sono le stesse per tutti, i negozi di abbigliamento sono uguali in tutto il mondo per cui c’è veramente un’uniformità anche di gusti, di interessi e di sentimenti, per cui un’amicizia fatta su Facebook, che è globale, potrebbe essere una storia leggibile in ogni paese.
F. Cetroni:
Sì, poi Facebook è conosciuto in tutto il mondo, quindi potrebbe piacere in tutte le parti… una storia che si adatta in qualsiasi ambiente…
M. Gisotti:
Allora ci vediamo per il prossimo romanzo… intanto godiamoci questo…
M. Palozzi:
Bene, io direi… vuoi dire tu qualcosa, a braccio…al pubblico… innanzitutto vorrei dire una cosa: Fanny è qui soprattutto per lasciarvi una dedica sui libri, per cui, se volete ritirarli all’ingresso della libreria, poi magari l’autrice vi mette una dedica, una firma… la voglio anch’io…
F. Cetroni:
Eccomi
M. Palozzi:
Tieni.
M. Gisotti:
Ecco, che poi c’è una differenza tra una dedica virtuale ed una fisica, che poi, lasciami dire, in realtà aveva ragione la nostra amica che non è collegata su Facebook: che poi la vita virtuale è un poco più appassionante di quella virtuale… e i libri sono sempre qualcosa di più bello che una bella pagina sul video!
F. Cetroni:
Sicuramente…
M. Gisotti:
Io mi unisco all’invito di Monica Palozzi, perché credo che questo libro valga la pena di portarlo a casa e portarlo con un segno da parte di chi ha passato l’estate sotto l’ombrellone -beata teeeee- scherzo… Grazie di averci dato anche questo momento.
STACCO MUSICALE DEL MAESTRO APPIGNANI
M. Palozzi:
Ecco, vorrei ringraziare il maestro Marcello Appignani, che ci ha accompagnato questa sera in questa nostra avventura… Grazie…grazie al pubblico, grazie a Marco Gisotti e soprattutto grazie a Fanny Cetroni.
F. Cetroni:
Grazie a voi…
M. Palozzi:
Buona serata!!